Niscemi celebra sua maestà il carciofo violetto

Degustazioni di piatti tipici a base di carciofi, “Cacucciulata”, mostre, manifestazioni sportive, spettacoli musicali, convegni, attività culturali ed intrattenimenti vari. Un appuntamento fieristico di grande spessore che promuove e rilancia l’agricoltura e l’artigianato della città, con numerosi stand espositivi di carciofi, prodotti ortofrutticoli ed artigianali.
L’agricoltura e l’artigianato infatti, costituiscono il cuore dell’economia Niscemese e per tal ragione la manifestazione si è affermata nel tempo come una delle più importanti in Sicilia, al punto tale che negli anni passati si è registrata un’affluenza di circa ottantamila visitatori, nonché una vasta partecipazione di espositori di altri Comuni. Una Sagra dunque che da anni fa ormai parte di una cultura radicata della tradizione di Niscemi, che per l’alto indice di produttività è conosciuta come “capitale del carciofo”.
IL BORGO
Sull’origine del nome sono state formulate varie ipotesi. Secondo alcuni documenti il nome del feudo su cui fu costruito il borgo ha sempre avuto nome Niscemi: in alcuni documenti antichi, tale nome è riportato in latino come Nixenum ma fu anche chiamato Nixima e successivamente Niscimi. Secondo questa teoria il nome è di derivazione araba ed è dato dalla composizione di Ni che è quasi certamente la contrazione dell’arabo beni, cioè uomini e scemi, che significherebbe siriani: in virtù di questa considerazione Niscemi potrebbe significare Uomini Siriani o Gente Siriana.
Il centro storico risale alla seconda metà del XVII secolo La piazza Vittorio Emanuele III ha forma rettangolare e su di essa si affacciano la Chiesa Santa Maria d’Itria e la Chiesa dell’Addolorata, oltre che il Palazzo di Città.
La città è nota per le sue tante ed imponenti chiese, per i palazzi, ed anche per le sue aree naturali. A Niscemi è presente un’area naturale protetta della regione Siciliana enominata Sughereta e riconosciuta di interesse comunitario dall’Unione Europea. La Riserva sorge a 330 metri sul livello del mare nella parte meridionale dell’altopiano su cui si colloca il centro abitato e costituisce e, assieme al Bosco di Santo Pietro di Caltagirone, il residuo di quella che un tempo era la più grande sughereta della Sicilia centro-meridionale.
No Comment